Per una volta che si prevedeva uno sciopero dei mezzi pubblici, la metropolitana ha lavorato di più, e gratis, per trasportare speciali “passeggeri”: le biciclette. Biglietti Atm sono stati offerti in omaggio a tutti i cittadini che hanno aderito a Inbici, la prima conferenza nazionale della bicicletta. Non si tratta di una comune tavola rotonda, ma di un convegno promosso dal Ministero dell’ambiente e organizzato dalla provincia di Milano, con un programma fitto e impegnativo, e un posto da ospite d’onore all’Eicma (la fiera del ciclo e del motociclo) attualmente in corso a Rho. Alla bicicletta sono state dedicate tre giornate con il contributo delle maggiori associazioni dei produttori ed estimatori delle due ruote. All’inaugurazione dell’evento, gli esperti hanno dimostrato una tesi inconfutabile: abbiamo bisogno della bicicletta. L’abbiamo usata a lungo nel primo dopoguerra, per poi lasciarla ai poveri e correre ad acquistare un’automobile. Ma dobbiamo ricrederci. “Oggi a Pechino circolano milioni di auto e alcuni atleti hanno rinunciato alle Olimpiadi per il troppo inquinamento”, ha ricordato Paolo Garimberti, moderatore del convegno. Milano, candidata all’expo del 2015, non vuole fare la stessa fine.
Il ministero dell’Ambiente sta discutendo un piano molto articolato con l’obiettivo di superare nel prossimo decennio la media europea di uso della bicicletta, pari al 9,45% (l’Italia è fra i fanalini di coda con il 4%). Il programma è molto ambizioso e prevede la creazione di infrastrutture, garanzie di sicurezza e iniziative per educare allo sport e al rispetto ambientale. Quest’anno il governo ha destinato al progetto quattro milioni di euro, “pochi, ma segno che qualcosa sta cambiando”, ha detto Massimo Rossi, vicepresidente dell’Upi (Unione delle province italiane).
Ma spetta ai cittadini recepire il messaggio. Servirà del tempo, a giudicare dallo scarso pubblico presente al convegno e dal fatto che la maggior parte degli stessi relatori, pur amando la bicicletta, ha confessato di essere giunta in auto. Ricominciare a pedalare conviene. Primo, perché il traffico veicolare genera costi economici-sociali e ambientali rispettivamente di 35 e 95 miliardi di euro l’anno: le 160 aziende ciclistiche italiane, che oggi producono due milioni di pezzi all’anno contro i cinque negli anni novanta, hanno forti potenzialità inespresse; secondo, perché non abbiamo scuse, visto che le dimensioni e la conformazione pianeggiante delle città italiane si prestano perfettamente all’uso della bici. Infine perché dobbiamo metterci al passo con l’ultima moda, come ha ironicamente ricordato l’assessore alla mobilità di Milano, Edoardo Croci: “Ormai a Milano i ricchi viaggiano in bicicletta”.
[marzia de giuli]
Nessun commento:
Posta un commento
Commenta questo articolo