Gli ultrasuoni a distanza sono la nuova frontiera della lotta contro i tumori. Dalla loro combinazione nasce Haifu, la macchina che l’Istituto Oncologico Europeo di Milano ha ricevuto in comodato gratuito dalla cinese Chongqing Haifu Technology. Il suo impiego, senza precedenti in Europa, potrebbe rappresentare una rivoluzione nel campo delle terapie oncologiche per i tumori che interessano gli organi addominali. Il cancro alla mammella, per esempio, contro cui l’Istituto Oncologico diretto da Umberto Veronesi è storicamente impegnato. O il tumore al fegato, per il quale Haifu è stata originariamente progettata: in dieci anni, in Cina sono stati trattati più di 10 mila pazienti. Il principio alla base della macchina non è una novità assoluta: gli ultrasuoni sono già utilizzati, anche a Milano, per combattere diversi tipi di tumori superficiali e il cancro alla prostata. «La novità è che possono essere trattati organi interni a distanza – spiega l’oncologo Umberto Veronesi -. La macchina permette di focalizzare il calore prodotto dagli ultrasuoni anche in profondità, su bersagli non più grandi di un chicco di riso». Senza la necessità di tagli chirurgici, o l’inserimento di aghi e cateteri, le cellule di qualunque lesione tumorale individuabile attraverso una semplice ecografia possono essere letteralmente bruciate dalle onde sonore e ridotte alla necrosi. Come dare fuoco a un pezzetto di carta con la luce del sole usando una lente d’ingrandimento. In futuro, per debellare un tumore potrebbe essere sufficiente un intervento clinico in day hospital. Il sistema Hifu si presenta come un macchinario molto simile alla Tac. Il paziente viene fatto accomodare su un lettino, con al centro una piccola vasca con acqua purificata, attraverso cui si diffondono gli ultrasuoni, onde sonore ad altissima intensità. «Ridisegneremo la macchina, miglioreremo la sua efficienza come strumento d’intervento sui tumori alla mammella – continua Veronesi –. I risultati che stiamo ottenendo in fase sperimentale non ci fanno avere dubbi sulla sua validità tecnica».
[fabio bordighi]
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