CINEMA

Ritorno a Palermo, la vecchia faccia della mafia

Entroterra siciliano. Campagna deserta. Un sentiero polveroso. È l’ora della resa dei conti. Turi Leofonte e Nino Venanzio in viaggio verso sud per affrontare il clan Scalia: Milano-Palermo: il ritorno. A undici anni di distanza arriva nelle sale la seconda puntata del film di Claudio Fragasso. Il legame con la "sola andata Palermo-Milano" è stretto ed è la vera forza del film. I protagonisti sono sempre loro: Raoul Bova, nei panni del vicequestore Venanzio, e Giancarlo Giannini, il ragionier Leofonte che ha fatto condannare il boss Scalia. Il nemico è questa volta il figlio di Scalia, Rocco, interpretato da Enrico Lo Verso. Dopo la morte del padre vuole la vendetta e i soldi che Lofonte ha nascosto.

Agguati e sparatorie ostacolano il viaggio di ritorno del ragioniere che ha ormai scontato la sua pena. Il questore Venanzio non può fidarsi di nessuno se non della sua squadra. Al suo fianco l’inseparabile Remo (Ricky Memphis) e i nuovi compagni: Libero, il fratello di Tarcisio-Valerio Mastrandrea, morto nel primo viaggio, e la coppia Giorgio-Elda (Simone Corrente e Gabriella Pession). Ormai onnipresenti nel filone poliziesco, Memphis e Corrente ogni tanto fanno venire in mente Distretto di polizia, ma con il loro accento romanesco allentano la tensione del racconto. Non possono mancare i temi classici dei film di mafia: l’amore, tra Venanzio e Chiara Lofonte (sempre impersonata da Romina Mondello), l’amicizia, tra Stefano, il figlio di Chiara, e il suo piccolo carceriere Toni. Centrale è anche il tema della famiglia, negata dalla mafia e nella mafia. Belle le location scelte per le scene centrali. La prima imboscata viene tesa alle terme di Montecatini, mentre il teatro del duello finale è la profonda campagna siciliana, terra di povertà e desolazione che ai più giovani fa sognare la mafia come via di riscatto sociale.

[francesco perugini]

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