Su India e Cina circolano molte leggende. Del resto, libri di ogni genere si trovano ormai ovunque, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Chi ha vissuto una qualche esperienza sul campo, per breve che sia, sente il dovere di scrivere qualcosa, come per rivelare verità miracolose a chi vuole intraprendere un’avventura commerciale in Oriente e non sa da dove partire. Molti libri erano a disposizione anche all’ingresso del convegno “Reinventing the Cfo” (il nuovo ruolo del manager finanziario), organizzato a Milano dal gruppo internazionale Hsm, specializzato in executive education. Il titolo del convegno, articolato in due giornate, è ispirato al best seller internazionale di Jeremy Hope. I numeri della crescita della Cina e dell’India sono sotto gli occhi di tutti. Qualche esempio? Duecentoventidue: le città cinesi con oltre un milione di abitanti. Sei: i milioni di telefoni cellulari venduti ogni mese in India. Quarantotto: i negozi Zegna in trentatré città cinesi. Sono altrettanto noti i successi e le sconfitte delle nostre aziende, i prezzi concorrenziali delle merci prodotte a basso costo, le complesse questioni della protezione delle proprietà intellettuali e del carente sistema legislativo cinese. Per farsi un’idea di che cosa significhi fare business in Asia, leggere qualche libro può bastare. Si imparerebbe che in Cina è importante coltivare le relazioni (guanxi) e che nelle trattative commerciali è fondamentale ricordare il principio cardine del beneficio reciproco, che si attua nel patto tacito di una duratura amicizia. Per molti imprenditori presenti al convegno, queste nozioni erano scontate. E’ il punto di partenza per comprendere i messaggi più profondi che i relatori hanno voluto trasmettere. Secondo il giapponese Kenichi Ohmae, noto come “Mr. Strategy” e perfetto conoscitore del management mondiale, la linea che divide il prima e il dopo Cristo è il 1985, l’anno dell’ascesa al potere di Mikhail Gorbaciov e della nascita di Windows, la creatura che ha rivoluzionato il mondo. Per Ohmae è impossibile dare una definizione esaustiva di telefono cellulare, perché è un oggetto multiuso in continua evoluzione. Tecnologia agli eccessi? “Forse sì – dice - ma questa è la realtà, e potremo plasmare il futuro solo se saremo in grado di comprenderla”. Il professor Ming-Jer Chen, uno dei maggiori esperti di strategia commerciale con una lunga esperienza nell’insegnamento aziendale negli Stati Uniti, ha ricevuto un’educazione tradizionale. Cresciuto in Cina, si è perfettamente integrato nella società americana. “Gli americani iniziano sempre con una battuta e i cinesi sempre scusandosi”. I ragazzi cinesi, abituati a crescere in un mondo interculturale e in forte evoluzione, imparano tutto e subito. Si calcola che nel giro di dieci anni ci saranno più persone in grado di parlare inglese in Cina che negli Stati Uniti. La notizia sensazionale però non è questa, ma il fatto che per i ragazzi cinesi sia normale. “Sono avvocato, parlo cinque lingue, ho vissuto sei anni in Cina e laggiù tutto questo è normale”, ha commentato una giovane italiana. In cinese si dice “pensare lontano”. Forse per il sistema educativo particolarmente rigido, forse perché la loro storia economica è ripartita da zero poche decine di anni fa, o semplicemente perché è il loro momento, Cina e India sono i due Paesi del futuro. Supereranno gli Stati Uniti? Le teorie politico-economiche si moltiplicano. Ma una cosa è certa: “se gli italiani vogliono avere successo in questi Paesi, devono entrare nel mondo globale”, ha detto Ohmae. “Un buon esempio è la strategia adottata da Taiwan, che ha scelto di non competere sui marchi, ma di usare la Cina come un ricco laboratorio. Dovete partire con un chiaro progetto, sapendo esattamente dove eccellerete e che cosa invece è meglio lasciare a loro. L’obiettivo è capire se è il momento di esportare il know-how o di sfruttare la manodopera a basso costo, quando spingere il brand e quando fare un passo indietro, fino a che punto insistere nella contrattazione”. “Per fare buoni affari, quando si arriva a Pechino e a Nuova Deli bisogna dimenticare il business e fermarsi a osservare”, ha concluso Chris Patten, l’ultimo governatore di Hong Kong. Questo è l’unico vero comandamento del nuovo manager finanziario. Il resto, appunto, è leggenda da libro.
[marzia de giuli]
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