Debutta lo statuto della Lombardia
Cosa cambierà per i cittadini della Lombardia? “Tutto”. Con questa risposta il presidente del consiglio regionale, Ettore Adalberto Albertoni, ha concretamente sintetizzato il nuovo Statuto d’autonomia della Lombardia. Il documento è il frutto del lavoro di una commissione speciale creata nel luglio 2006 per attuare la riforma costituzionale del 2001 - stabilizzata con il referendum del 2006 - che ha introdotto nell’ordinamento italiano il federalismo amministrativo e avviato il programma di decentramento di funzioni e competenze amministrative dallo Stato alle regioni e agli enti locali.
“Questa modifica, ancora inapplicata, prescrive un profondo cambiamento in senso più autonomista e federalista”, ha esemplificato Albertoni. “Il cittadino non avrà più come interlocutore solo lo Stato, ma i vari enti locali che godranno dei poteri e dell’autonomia previsti dagli articoli 116 e 119 della Costituzione”. La bozza dello Statuto è pronta ed è stata discussa dalla commissione questa mattina a Milano. Nella soddisfazione e nell’entusiasmo generali, non è mancato qualche punto di disaccordo. Di fronte alla specificità degli articoli della bozza, l’assessore al Bilancio, Romano Colozzi, ha osservato che lo Statuto dovrebbe essere più snello, una sintesi di princìpi fondamentali facilmente comprensibili al cittadino. La pensa diversamente il consigliere regionale Lorenzo Demartini, secondo cui lo Statuto deve essere chiaro, e di conseguenza sufficientemente articolato, per rispondere a esigenze di attenzione per i diritti umani dettate dall’evoluzione della società moderna.
Sintetico o dettagliato, il documento dovrà dare spazio alle diverse esigenze nel giusto equilibrio. Lo ha sottolineato con un’obiezione Silvia Ferretto Clementi, consigliere regionale di Alleanza Nazionale: “Poiché la commissione ha più volte ribadito il ruolo dello Statuto di controllo e attuazione delle leggi, dovrebbero essere elencati, oltre ai diritti, anche i doveri dei consiglieri. Per esempio, andrebbe posto un limite all’assenteismo”. Non solo: “Lo Statuto promuove la salvaguardia delle tradizioni storico-locali ma non fa alcun riferimento all’identità nazionale e alla radici cristiane della Lombardia”. Con qualche revisione, la bozza è a buon punto. Una volta concordato, il documento dovrà seguire l’iter previsto dalla legge. L’approvazione del Consiglio regionale, inizialmente prevista per il 31 dicembre, slitterà con molta probabilità al prossimo 31 marzo. Sarà quindi la volta del governo, che ha il potere di bocciare lo Statuto in caso di anticostituzionalità. Opzione che la commissione non contempla, in quanto certa della piena legittimità costituzionale del lavoro svolto.
[marzia de giuli]
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