INTEGRAZIONE

Asili, è polemica per il no ai figli degli irregolari

Risale a poco più di un anno fa la polemica che aveva infuocato gli animi degli italiani, in particolare al Comune di Milano, quando una mamma senza permesso di soggiorno si era vista respingere l’iscrizione della figlia alla scuola materna. Immediate le reazioni: accuse, dibattiti e una lunga battaglia giudiziaria che si risolse con l’accoglimento della domanda della donna, marocchina in attesa di regolarizzazione, e madre di una bambina nata in Italia. I suoi avvocati, Alberto Guariso e Livio Neri, avevano fatto leva sull’articolo 2 della Costituzione, che assegna agli stranieri gli stessi diritti inviolabili di cui godono gli italiani stessi, nonché la pari dignità sociale e l’uguaglianza dinanzi alla legge. Inoltre, aveva concluso il giudice Claudio Marangoni nella sua ordinanza: “Ogni limitazione è una discriminazione che deve essere cancellata perché viola la Costituzione, la Convenzione sui diritti del fanciullo e il decreto 286/98, Turco-Napolitano.
Ora la situazione è cambiata, grazie anche alla battaglia legale dello scorso anno, il nuovo regolamento per l’iscrizione alle scuole materne milanesi parla chiaro: porte aperte anche ai figli di immigrati clandestini.

A comunicarlo è l’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano, che, questi giorni, sta raccogliendo le domande di iscrizione per il prossimo anno, che, da una stima approssimativa, porteranno la presenza dei figli di irregolari da poche unità a circa un centinaio.
«Noi accogliamo le domande di tutti, chiaramente – ha commentato l’Assessore alla famiglia, scuola e politiche sociali del Comune di Milano –, come ha ordinato anche l’ordinanza del magistrato Marangoni lo scorso anno. Poi, sulla base delle domande raccolte, si stila una graduatoria di punteggio e ci si regola di conseguenza per l’ammissione. A mio avviso, la presenza massiccia di scuole materne sul territorio di Milano costituisce certamente un punto a nostro favore. In nessun altra parte d’Italia c’è una tale concentrazione come qui da noi».
«Questo – prosegue l’Assessore – costituisce certamente un luogo di integrazione, sia per le famiglie che per gli stessi bambini. Il servizio offre un sostegno notevole, dunque, e non si può negare che costituisca indubbiamente un passo in avanti verso una maggiore integrazione».

Accoglienza e integrazione, dunque, le parole principali adottate dal Comune, che ha deciso di spendere oltre un milione di euro nelle politiche di mediazione interculturale. Ultimo, in ordine di tempo, un progetto che punta al coinvolgimento degli stessi genitori i cui figli sono iscritti alle scuole materne, in un ottica di inserimento e di amalgamazione non dolo per i bambini, ma anche, e soprattutto, per le loro famiglie.


[viviana d'introno]

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