Ma che senso ha raccogliere le peripezie impiegatizie di una lavoratrice precaria? Risponde Anna Sam: «Innanzi tutto perché nessuno prima lo aveva mai fatto. Tuttavia l’idea è maturata quando al termine del lavoro rientravo a casa e iniziavo a raccontare quanto mi era accaduto durante la giornata. Così ho pensato che sarebbe stato bello poter raccogliere tutte queste esperienze. All’inizio non sapevo se avessi il talento necessario per potermi cimentare nell’impresa, così ho iniziato a scrivere le mie “memorie” in un blog per vedere se a qualcuno potevano interessare queste storie. Dal blog è nato il libro: un tentativo di raccontare un lavoro che spesso viene visto come un sottomestiere». Ma se il blog è un medium immediato e pratico, il libro potrebbe essere un mezzo eccessivamente ingessato nella trattazione di argomenti all’apparenza così frivoli. «Blog e libro sono media completamente differenti che non giungono agli stessi lettori – spiega Anna Sam -. Quelli finiti sul blog sono testi molto meno elaborati, perché è specifica di questo mezzo l’immediatezza, mentre il libro permette di poter approfondire maggiormente gli stessi argomenti».
Difficile trovare una collocazione al libro della Sam: non si può dire che si tratti di un’opera letteraria, ma quel che è certo è la sottile ironia con cui Anna affronta questa fenomenologia dello spirito della cassa. Eppure il tema del precariato e dei lavori definiti "poco gratificanti" ha dato vita a opere di vera denuncia sociale. Tutta la vita davanti, il film di Paolo Virzì sull’occupazione nei call center, è solo un esempio recente della nostra produzione nazionale. Ma Anna Sam è rassicurante a riguardo: «No, il mio libro non è una denuncia sociale, piuttosto parlerei di descrizione. Senza dubbio in alcuni punti ho usato un linguaggio satirico e ironico per alleggerire la lettura. Ma deve essere chiaro che non è mia intenzione puntare il dito contro le persone e dire loro che stanno sbagliando tutto». Il fenomeno delle cassiere artiste non è una novità in Italia, anzi. Probabilmente uno dei punti di forza che porterà questo libro a vendere un discreto numero di copie è la somiglianza con il caso discografico di Giusy Ferreri, la cassiera di Abbiategrasso che, lanciata dal programma di Raidue X Factor ha scalato le classifiche. Insomma, dietro al cuore velato da carte fedeltà e scontrini, si cela un’anima da artista: «Ognuno di noi a prescindere dal proprio lavoro ha un talento. La cosa sorprendente è che, di punto in bianco, si può finire sotto le luci della ribalta e trovarsi con uno stuolo di fan e ammiratori – spiega Anna Sam -. Per questo io penso che è sempre meglio essere gentili e simpatici con tutti, non si sa mai che qualcuno diventi famoso: potresti ritrovarti come soggetto per un libro o una canzone! Il messaggio che voglio lanciare è questo: anche chi fa lavoro minori è lecito che nutra buone dosi di speranza».
In fondo la cassa di un supermercato è romantica come il porto di Marsiglia, con i suoi segreti e le sue storie di amanti e avventurieri. In tanti ci passano e altrettanti vi lasciano il segno con improbabili dichiarazioni d’amore alle cassiere o interminabili telefonate a voce alta in cui si discutono i gusti sessuali dei propri partner. E Anna Sam ci racconta tutto ciò dentro al suo libro, come fosse un trattato di fenomenologia del comportamento occidentale al supermercato visto dagli occhi indiscreti di una cassiera. Attenzione, dunque, perché, dietro quello che Anna definisce SBAM (Sorriso, Buongiorno, Arrivederci e Mille Grazie), «anche le cassiere anno occhi e orecchie».
[francesco cremonesi]
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