TEATRO ALLA SCALA

Bolle e Zakharova, grande danza nel tempio di Milano

Tutto esaurito per ammirare l’eleganza dei primi ballerini e del corpo di ballo. Un viaggio a ritroso che ha immerso il pubblico in un’India che, dalle parole di Roberto Bolle, «non esiste più, ma affascina sempre con le sue atmosfere». Le coreografie della grande Natalia Makarova hanno trasformato la Scala in un luogo magico, dove per tre ore i movimenti dei protagonisti hanno incantato platea, palchi e gallerie. La Prima non ha deluso le aspettative, ma il cast più atteso danzerà per sole altre due date, il 18 e 20 dicembre. La Bayadère proseguirà poi fino al 31 dicembre con gli artisti degli altri cast: Francesca Podini, Eris Nezha e Mariafrancesca Garritano per gli spettacoli pomeridiani del 18 e 30; Polina Semionova, Denis Matvienko e Sabrina Brazzo per il 28, 30 sera e 31 dicembre.

Le stelle della Prima sono state Roberto Bolle, nel ruolo del principe Solor, l’argentina Marianela Nunez nella parte dell’“antagonista” Gazmatti e l’étoile Svetlana Zakharova, interprete della “bayadère”, la danzatrice del tempio, il vero amore di Solor, celato drammaticamente per la promessa di matrimonio verso la principessa. Le parti narrative sono però solo l’involucro di una serie di saggi di altissimo livello artistico, in cui i protagonisti mostrano le loro eccellenti qualità.

L’ambientazione, finemente ricostruita dal punto di vista scenografico, alterna un tripudio di ori e colori brillanti nei contesti regali, trasformandosi nei passaggi onirici e scuotendo lo spettatore nelle scene drammatiche. Due gli excursus che spezzano l’intreccio della trama. Il primo è il Regno delle Ombre, in cui il pas d’action, insieme alle componenti del corpo di ballo, dà vita ad uno scorcio di intensa suggestione poetica. Immerse in una luce lunare e nebbiosa, le ombre danzano, riportandoci all’essenza della nostra anima, sfiorandone le zone più segrete e complesse.

La scena del crollo del tempio, che precede il finale, è stata ricreata attraverso l’uso di sorprendenti espedienti tecnici: lampi e una tempesta di pietre che travolge i protagonisti. Un attimo dopo il pubblico, ancora scosso, si ritrova ad emozionarsi in una scena totalmente candida, in cui i due amanti, uniti da un velo, si ritrovano in una dimensione di eterna serenità. Roberto Bolle ha confermato ancora una volta la sua potenza unita a grande leggerezza, che i grands jétes e le pirouettes esaltavano al massimo. Svetlana Zakharova, l’étoile ucraina nominata Artista emerito di Russia dal 2005, ha incantato i presenti con la sua eleganza ed estrema abilità di equilibrio. I passi a due, fulcro dello spettacolo, non hanno però sottratto l’attenzione nei confronti degli altri interpreti: le sequenze d’insieme, un disegno coreografico complesso che ha esaltato l’eccellente preparazione di tutti gli allievi del Teatro alla Scala, giovani promesse del balletto classico. Il direttore Philip Ellis e gli elementi dell’orchestra, hanno saputo sottolineare e accompagnare il ritmo e le espressioni degli artisti sul palco.


[vesna zujovic]

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