Inoltre, la Corte rileva la necessità di creare un modello di bilancio consolidato, dove siano comprese anche tutte le società a totale o prevalente capitale pubblico. Proprio a tale riguardo, il presidente della Regione, Formigoni, tranquillizza tutti: «Ribadisco che la creazione del sistema regionale di bilancio consolidato è una priorità per la Regione Lombardia».
Se proprio vogliamo mettere tutti i puntini sulle “i”, allora non bisogna dimenticare che i dati relativi al Patto di stabilità non si riferiscono all’intera gestione finanziaria della Regione, ma solo ad una porzione poiché la disciplina normativa nazionale esclude dal conteggio una parte della spesa ed in particolare quella sanitaria. Proprio in questo settore, la situazione merita di essere analizzata nel dettaglio.
Prima di tutto un dato positivo: nel 2007, la Lombardia ha investito nel settore sanitario più di 16 mila milioni di euro. Sono però aumentati anche i residui di nuova formazione, cioè le somme che la Regione deve ancora versare per diverse spese. Somme che ammontano a 330 milioni di euro. Un dato interessante è quello delle strutture ospedaliere iscritte al Registro regionale che hanno raggiunto le 1000 unità, 68 in più rispetto all’anno precedente. L’incremento maggiore è dato dalle strutture private. La privatizzazione della sanità è una realtà che si deduce anche dal numero di posti letto a disposizione dei malati, che è diminuito nel settore pubblico e aumentato in quello privato. A livello generale, poi, il numero dei posti letto ogni mille abitanti, conferma la tendenza alla diminuzione. Formigoni spiega così il fenomeno: «La diminuzione dei posti letto nel pubblico è dovuta a un rimodellamento dell’offerta attraverso progetti pubblico-privato. L’incremento dei posti letto privati deriva in parte dal passaggio a gestione privata degli 800 posti letto disponibili per queste sperimentazioni pubblico-privato».
Un ultimo rilievo fatto dalla Corte dei conti: anche se non manca il controllo sul numero delle pratiche effettuate e l’impegno per la riduzione dei tempi di attesa, la Regione Lombardia deve inserire tra le sue priorità una superiore azione di controllo rivolta a migliorare l’efficacia degli interventi e l’efficienza delle strutture. Soprattutto alla luce dei più recenti fatti di malasanità. A questo proposito, il presidente della Regione difende a spada tratta l’operato della sua giunta: «Nel 2007 sono state controllate 120.226 pratiche preferendo i controlli mirati a quelli sui campioni casuali, che per noi sono meno efficaci. Inoltre, è in previsione la messa a regime delle attività del progetto Codice etico, che contribuisce a una trasparenza e alla conoscenza di tutte le procedure delle aziende sanitarie».
Nonostante tutte i numeri e le cifre, nessuno può dimenticare i gravi problemi che assillano la nostra sanità. E purtroppo la Lombardia non fa eccezione: errori fatali durante le operazioni, medici corrotti, stupri in corsia e speculazione sui defunti. Tra i peggiori casi che si ricorderanno c’è anche quello della clinica Santa Rita, travolta dallo scandalo degli interventi chirurgici dannosi o non necessari, eseguiti solo per ottenere risarcimenti dalla Regione. Dopo sei mesi dai primi arresti, a inizio mese è partito il processo agli undici indagati tra medici e dirigenti. I parenti delle vittime, oltre il dolore per la perdita dei propri cari, dovranno sopportare anche la beffa di un dibattimento che si prevede molto lungo e difficoltoso.
[daniela maggi]
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