QUARTIERE ECOLOGICO

Santa Monica, Milano ci mette una faccia (verde)

Gli edifici si innalzano come torri di vedetta su un verde mare vegetale. Sulle stesse pareti le piante trovano un posto di riguardo, macchiando il candido aspetto delle torri. Dalle immagini di presentazione tratte dal plastico del progetto questo è il complesso residenziale che verrà: il futuro quartiere Santa Monica di Milano. Un quartiere verde in tutti i sensi: per la sua vocazione ecologica, con edifici a basso consumo, per lo scenario su cui si affaccerà, il Parco delle Cascine, per l’onnipresenza di arbusti, alberi e altri ornamenti vegetali da balcone che ovatteranno le pareti esterne degli appartamenti. La sensazione, dedotta dalla presentazione virtuale, proietta lo spettatore-futuro acquirente in un ambiente più simile al complesso di Angkor (alti templi immersi nella foresta e coperti di muschio) che all’omonima Santa Monica californiana (torri di vedetta, sì, ma pochi metri più alte della spiaggia dorata punteggiata da qualche palma qua e là).

Il complesso residenziale di Milano Santa Monica sorgerà a sette chilometri dal centro del capoluogo lombardo. Quattordici edifici, 7mila persone: il Santa Monica è in realtà un nuovo centro abitato più che un nuovo quartiere. Considerando, poi, la costruzione di una chiesa con oratorio annesso, un edificio scolastico (dal nido alle medie inferiori) e un avvenieristico hotel quattro stelle realizzato per l’Expo, risulta chiaro come il quartiere voglia essere un polo d’attrazione per tutta l’area compresa tra Milano2 e Segrate. Un investimento complessivo da 400 milioni di euro che inizierà a funzionare a partire dal giugno 2010, quando saranno consegnati gli appartamenti dei primi due lotti realizzati e venduti.

«In un momento di crisi come questo, il cliente che compra pondera l’offerta per circa sei mesi prima di prendere una decisione», spiega Simone Ferrari, amministratore delegato di Forza Quattro, società che si occupa della vendita e della promozione della residenza. «Un possibile acquirente, quindi, è sempre più preparato a valutare le offerte. Noi offriamo un nuovo modo di vivere. La nostra società segue il cliente dall’inizio alla fine dell’acquisto, grazie a una banca interna agli uffici della società, che permette di stipulare mutui favorevoli, fornisce gli arredatori e i progettisti, inoltra il cliente verso mobilifici convenzionati». Il prezzo medio degli immobili, inoltre, è concorrenziale: 3mila euro a metro quadro, mentre a Milano centro i prezzi sfiorano i 10mila euro. Un ulteriore risparmio alletta gli acquirenti, quello sui costi di gestione degli immobili, ottenuto grazie a tecnologie eco-compatibili.

Gli edifici sono stati costruiti in modo da sfruttare l’energia solare, permettendo così un basso consumo di energia. Andrea Roma di Polis Engineering si è occupato della progettazione degli immobili: «Ogni appartamento consuma il 40% di energia in meno rispetto ed un appartamento normale. L’energia solare viene coinvogliata dai pannelli in un unico sistema di distribuzione che fornisce agli appartamenti acqua calda e riscaldamento». La progettazione, inoltre, punta molto sull’utilizzo dei giardini verticali, ultima tendenza dell’architettura statunitense e giapponese, che permettono di ridurre l’impatto acustico, l’irraggiamento solare estivo e riducono sensibilmente la presenza di polveri nell’aria. «I progetti di risparmio energetico riguardano solitamente monoabitazioni. Qui si è cercato di intervenire su larghissima scala, con risultati di emissioni ottime». Milano Santa Monica, tra l’altro, è vicinissimo al passante ferroviario di Segrate, alla metropolitana di Cascina Gobba e all’aeroporto di Linate, servizi a pochissima distanza per cercare di limitare l’utilizzo di autovetture da parte dei residenti. «Abbiamo anche fatto promozione per la vendita degli immobili con i dipendenti delle aziende vicine al complesso, così da avere inquilini che lavorano vicino alle loro abitazioni. E all’interno del complesso c’è anche un grande centro commercale, per fare la spesa senza prendere la macchina», aggiunge Ferrari.

Il Santa Monica sembrerebbe essere una soluzione profetica per i quesiti della nuova edilizia milanese, divisa tra innovazione e profitto con un occhio sull’Expo che verrà. La tendenza istituzionale, però, punta sul ripopolamento della città che, a causa degli alti costi immobiliari, sta soffrendo sempre più dell’“effetto Venezia”, una città dove i giovani si trasferiscono nelle periferie più accessibli e con migliori condizioni di vita, mentre il centro si svuota restando territorio per anziani radicati alle loro abitazioni e per ricchi senza problemi di portafoglio. Il Santa Monica propone una faccia di Milano innovativa e verde, quantunque il vero test per il quartiere deve ancora venire. Solo quando tutti i quattordici lotti saranno completati, i servizi del quartiere entreranno in funzione. Saranno dolori, allora, per i primi inquilini del complesso che non potranno usufruire né delle scuole, né delle palestre, né della sorveglianza privata, promesse per il 2010.


[alessia scurati]

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