FILM

Thierno, nessuno e centomila

Il sogno di Thierno è quello di diventare uno stilista. Per questo, dopo aver preso il diploma in sartoria, decide di lasciare il Senegal per cercare fortuna in Italia. Con un lavoro e uno stipendio potrà diventare ricco e tornare a casa per sposare la cugina Fatou. Al suo arrivo in Italia però scopre che la vita dell’immigrato non è semplice: senza casa, senza lavoro e circondato dalla diffidenza di tutti, Thierno è costretto a dormire in un autorimessa abbandonata e a vendere cd piratati per campare. Dopo una retata della polizia, che lo scambia per un terrorista, viene arrestato e rilasciato dopo qualche giorno con il foglio di via. All’apice dello sconforto, quando ormai si crede senza speranze, incontra la solidarietà di un connazionale e di una coppia gay che decidono di ospitarlo e aiutarlo a trovare un lavoro onesto. In poco tempo Billo, così lo hanno soprannominato gli amici, trova lavoro, integrazione e l’amore di Laura. Proprio quando lei gli confida di essere incinta però la madre lo richiama in Senegal per sposare Fatou. Ormai integrato, Billo si trova in bilico tra passato e presente, tra due Paesi, due culture e due donne che lo vorrebbero ognuna accanto a sé. Come risolvere la questione?

Billo. Il Grand Dakhaar, diretto da Laura Muscardin, racconta la storia (vera) di un’integrazione riuscita ma anche quella dell’identità del migrante, che sceglie di imparare a vivere in una nuova società, rinnegando in qualche modo la propria cultura d’appartenenza. Grand Dakhaar è infatti il soprannome che i senegalesi danno ai loro concittadini appena sbarcati in Italia. Il senegalese Thierno Thiam interpreta se stesso sullo schermo e la sua storia rappresenta un modello riuscito di integrazione che è insolito vedere al cinema o in televisione. I mezzi di comunicazione, infatti, tendono a dare rilevanza ai problemi e agli insuccessi legati all’immigrazione e alla presenza dei clandestini in Italia. Billo, invece, si integra nella società italiana e si sente attratto dalla nuova cultura. Nello stesso tempo la madre lo richiama alle sue radici, agli impegni che ha lasciato nella terra natale. Ma perché scegliere quando si può avere un’identità fluida? Billo vuole essere senegalese e italiano, prendere il meglio di queste due culture ed essere una persona migliore: insomma, sceglie di non scegliere. Segno che gli immigrati possono integrarsi davvero in una nuova società, trovare lavoro e rifarsi una vita se trovano disponibilità, apertura e accoglienza e se davvero desiderano uscire dalla clandestinità.

Il film è una coproduzione Italia-Senegal, la collaborazione tra i due paesi è nata grazie al cantante Youssou N’Dour che, dopo aver visto il film, se ne è innamorato e ha deciso di curare la produzione senegalese e di realizzare la colonna sonora. La realizzazione di un film diventa difficile lontano dai canali di produzione ufficiali, i costi sono alti e non sempre i progetti di questo tipo riescono ad avere l’appoggio e la distribuzione che meriterebbero. Il problema è stato risolto grazie alla partecipazione di tutti alla produzione. Tutto il cast, tecnici e attori, ha co-prodotto il film diventando, in cambio, proprietario di una quota della pellicola. Il progetto, nato nel 2005, si chiama The Coproducer e rappresenta un modello di produzione alternativo che permette a progetti lontani dai canali ufficiali di essere realizzati. La pellicola ha ricevuto riconoscimenti in Italia, Francia e Stati Uniti, in particolare quello di miglior film al Festival del cinema italiano a Parigi e all’International film festival di Temecula Valley in California. Una commedia ottimista, intelligente e spiritosa che esplora un mondo sconosciuto e considerato raro: quello dell’integrazione e della convivenza riuscita e pacifica tra due diverse culture.


[michela nana]


Ascolta l'intervista alla regista laura Muscardin

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