Billo. Il Grand Dakhaar, diretto da Laura Muscardin, racconta la storia (vera) di un’integrazione riuscita ma anche quella dell’identità del migrante, che sceglie di imparare a vivere in una nuova società, rinnegando in qualche modo la propria cultura d’appartenenza. Grand Dakhaar è infatti il soprannome che i senegalesi danno ai loro concittadini appena sbarcati in Italia. Il senegalese Thierno Thiam interpreta se stesso sullo schermo e la sua storia rappresenta un modello riuscito di integrazione che è insolito vedere al cinema o in televisione. I mezzi di comunicazione, infatti, tendono a dare rilevanza ai problemi e agli insuccessi legati all’immigrazione e alla presenza dei clandestini in Italia. Billo, invece, si integra nella società italiana e si sente attratto dalla nuova cultura. Nello stesso tempo la madre lo richiama alle sue radici, agli impegni che ha lasciato nella terra natale. Ma perché scegliere quando si può avere un’identità fluida? Billo vuole essere senegalese e italiano, prendere il meglio di queste due culture ed essere una persona migliore: insomma, sceglie di non scegliere. Segno che gli immigrati possono integrarsi davvero in una nuova società, trovare lavoro e rifarsi una vita se trovano disponibilità, apertura e accoglienza e se davvero desiderano uscire dalla clandestinità.
Il film è una coproduzione Italia-Senegal, la collaborazione tra i due paesi è nata grazie al cantante Youssou N’Dour che, dopo aver visto il film, se ne è innamorato e ha deciso di curare la produzione senegalese e di realizzare la colonna sonora. La realizzazione di un film diventa difficile lontano dai canali di produzione ufficiali, i costi sono alti e non sempre i progetti di questo tipo riescono ad avere l’appoggio e la distribuzione che meriterebbero. Il problema è stato risolto grazie alla partecipazione di tutti alla produzione. Tutto il cast, tecnici e attori, ha co-prodotto il film diventando, in cambio, proprietario di una quota della pellicola. Il progetto, nato nel 2005, si chiama The Coproducer e rappresenta un modello di produzione alternativo che permette a progetti lontani dai canali ufficiali di essere realizzati. La pellicola ha ricevuto riconoscimenti in Italia, Francia e Stati Uniti, in particolare quello di miglior film al Festival del cinema italiano a Parigi e all’International film festival di Temecula Valley in California. Una commedia ottimista, intelligente e spiritosa che esplora un mondo sconosciuto e considerato raro: quello dell’integrazione e della convivenza riuscita e pacifica tra due diverse culture.
[michela nana]
Ascolta l'intervista alla regista laura Muscardin
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