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Sciuscià nel mirino della camorra

A Napoli la camorra non si ferma davanti a niente e a nessuno: nessun codice, nessuna regola, solo brutale cinismo dettato dagli interessi più infami. È inquietante l’agguato che è avvenuto nella notte tra sabato e domenica nel quartiere di Secondigliano, periferia Nord di Napoli. Erano circa una dozzina all’interno del circolo ricreativo Zanzi, via Abate Desiderio, quando sono arrivati in quattro su due moto. Caschi in testa e pistole in mano, sono entrati e hanno aperto il fuoco, scaricando una raffica di almeno trenta colpi. Miravano in basso, non volevano uccidere. Un’azione dimostrativa, dunque, un avvertimento. A rimetterci sono stati cinque ragazzini minorenni, di età compresa tra i 12 e i 16 anni, feriti in modo lieve a piedi, gambe, ginocchia e braccia. Due di loro, un dodicenne e un tredicenne, sono ricoverati nell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli.


Indaga il pool antimafia: le prime ricostruzioni sono affidate al pm Paolo Itri con il coordinamento del procuratore Franco Roberti. Per gli inquirenti della procura di Napoli, le modalità dell’agguato fanno pensare ad un’azione di matrice camorristica. Il destinatario dell’avvertimento potrebbe essere il titolare del circolo ricreativo, il 44enne Salvatore Di Matteo, come conferma Gigi Di Fiore, cronista del Il Mattino: «Non credo che l’agguato abbia avuto come riferimento preciso quei ragazzini: il fatto che tre dei feriti siano nipoti di Di Matteo è una casualità. Se all’interno del circolo fossero stati presenti degli adulti, sarebbero stati loro ad essere colpiti». «La volontà – continua Di Fiore - era quella di spaventare il titolare dell’attività, probabilmente per motivi riguardanti lo spaccio di droga nel territorio». La droga, dunque. I numeri dicono che, nel solo quartiere di Secondigliano, sono venti le piazze di spaccio al dettaglio attive; 52 milioni è il fatturato annuo di ciascuna di queste piazze.

Di Fiore prova ad ipotizzare le conseguenze di quest’azione camorristica: «Non ci sono segnali di una nuova faida tra clan rivali: dopo la guerra vinta dagli “Scissionisti” contro il clan dei Di Lauro, c’è stato un assestamento voluto dagli Amato, che sono a capo del primo gruppo». «Dal punto di vista mediatico – aggiunge – l’attenzione si è spostata fuori da Napoli, in maniera particolare nel territorio del casertano, dove le recenti vicende legate ai Casalesi (vedi la strage di africani a Castel Volturno) hanno catturato l’interesse pubblico. Tutto ciò è stato la manna dal cielo per gli “Scissionisti”, che hanno così potuto realizzare i propri ingenti affari agendo sottoterra, lontano dai riflettori». Il cronista del Mattino si è inoltre mostrato perplesso riguardo all’arrivo dei militari nel casertano: «L’invio dei militari può risultare efficace per il controllo del territorio o per azioni di pattugliamento della zona». «Però dal punto di vista investigativo – precisa – non serve a nulla. Perché, per combattere la Camorra ci vogliono persone informate nei dettagli, persone preparate che conoscano il problema, la cultura della gente che vive in queste zone e la realtà nella quale l’organizzazione criminale agisce». Infine, Gigi Di Fiore spende due parole di commento riguardo alla freddezza con la quale il commando ha sparato contro dei ragazzini: «Ormai non c’è più l’etica di chi decideva di risparmiare le donne e i bambini. Adesso non si fa più questa differenza: è una cultura selvaggia, una giungla senza valori e riferimenti. È la nuova Camorra».


[cesare zanotto]

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