Ma quali sono i criteri utilizzati per individuare i personaggi “notevoli” della società italiana? « Dal 1992 – spiega Dell’Arti – io e miei collaboratori archiviamo quotidianamente tutto ciò che troviamo su internet e sulla carta stampata. Ad oggi, abbiamo un database costituito da più di 160.00 pezzi». Il criterio utilizzato è quello giornalistico. Hanno rilevanza solo i personaggi dotati di quella che viene definita “luce mediatica” nel bene e nel male. La novità di questa seconda edizione? Il volume presenta più di 500 biografie criminali, da Totò Riina a Pasquale Galasso. La notevolezza, neologismo utilizzato dagli autori già nel 2007 è difficile da spiegare. Indica l’esser presenti, visibili, conosciuti. «Non è indice – prosegue Dell’Arti – di bravura o di rilevanza etica o sociale, ma bensì di notabilità». Poiché nella nostra società è notevole sia chi ha salvato vite umane, ma anche chi ha commesso omicidi efferati rendendosi conoscibile, si è ritenuto interessante inserire nella raccolta: mafiosi, camorristi, ‘ndranghestisti o killer. Queste “voci nere” sono state curate da Paola Bellone, giovane magistrato della Procura di Torino che ha compiuto un lavoro accurato, esaminando migliaia di sentenze e atti.
Scorrendo il lungo elenco, ecco il risultato: Silvio Berlusconi è l’italiano più notevole di quelli in vita. Rispetto a due anni fa molti personaggi sono scomparsi. Meteore e non che hanno perso il loro palcoscenico mediatico. Fra le donne troviamo Sofia Loren, con 90 cm di biografia, a cui segue Carla Bruni, con una quantità di vita pari a 85 cm. L’universo femminile è prevalente nel mondo dello spettacolo e della comunicazione, mentre quasi assente nell’ambito politico e economico. « Il rapporto uomini – donne è di 5 a 1 – ribadisce Dell’Arti. Gli uomini sono il 79,25% del totale, rispetto alla precedente edizione la percentuale femminile è leggermente diminuita. Ciò rappresenta la nostra società. Le donne aumentano la loro popolarità ed importanza solo quando rientrano nelle decadi più giovani. Verso i 40-50 anni vi è una crisi nella notabilità, a differenza di ciò che accade per il mondo maschile».
Gli autori non vogliono entrare nel merito sulla valutazione del criterio utilizzato. Giusto o sbagliato, una cosa è certa: vi è una netta differenza fra vita reale, cronaca e notiziabilità. Ma come ribadisce Dell’Arti «sarebbe stato molto interessante se un’opera simile fosse stata compiuta negli anni ’70 e ’80. Oggi, potremmo avere un preciso spaccato storico, culturale dell’Italia di quell’epoca». Nel frattempo, gli autori si preparano per la prossima edizione 2011.
[tatiana donno]
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