Ma vuole ricordare anche Andrei Sacharov, fisico russo premio Nobel per la pace nel 1975 e padre adottivo proprio della Yankelevich. La Yankelevich, che insegna storia e letteratura russa in diverse università americane e che ha edito e tradotto diverse opere di suo padre, è da sempre attiva sul piano della difesa dei diritti umani e civili e fondamentali.
Durante la cerimonia, il presidente dell’associazione Annaviva Matteo Cazzulani ha esposto un telo bianco su cui campeggiava il volto di Anna Politkovskaja e la scritta “Per non dimenticare”. Dopo Tatiana Yankelevich a prendere la parola è stato Andrea Riscassi, giornalista della redazione lombarda della Rai che ha seguito in presa diretta le guerre balcaniche e le rivoluzioni democratiche nei paesi dell’ex Unione Sovietica e che lo scorso anno ha pubblicato un volume che tratta anche della difficoltà che si vivono in quegli stati sul fronte della vita democratica. Riscassi ha ricordato il suo precedente incontro con la Yankelevich, avvenuto nel 2003 in occasione della piantagione dell’albero per Andrei Sacharov, e ha ribadito l’impegno suo e dell’associazione affinché venga piantato un albero in memoria di Anna Politkovskaja. Un modo, a suo dire, per ricordare che in Russia c’è un regime e che c’è chi lo ha combattuto e lo combatte ancora. Successivamente è intervenuto Manfredi Palmieri, presidente del Consiglio comunale di Milano. «Siamo in un luogo importante grazie a chi ha creduto che doveva esserci testimonianza dell’impegno di alcune grandi figure», ha detto. Ai primi di novembre, negli uffici del Comune, alla presenza del sindaco Letizia Moratti, verrà firmato l’atto costituivo dell’associazione per il Giardino dei Giusti, in conformità con il voto espresso in Consiglio. «Un luogo - ha concluso Palmieri - patrimonio della nostra città, sempre vivo nel cuore e nella testa dei milanesi».
La conclusione è stata di Gabriele Nissim, presidente del Comitato mondiale per la foresta dei Giusti (Gariwo) e studioso della realtà politica e culturale dell’Europa dell’Est. Il giornalista- scrittore ha sostenuto che, per non perdere la memoria di Anna Politkovskaja, dobbiamo considerare anche che fine ha fatto la memoria in Russia, dato che in quel Paese le figure come quella della giornalista russa vengono eliminate. «Se andate in Russia non troverete monumenti che ricordino i Gulag, così come, ad esempio, se andate in Israele potreste trovare monumenti in ricordo della Shoah», ha detto Nissim. Ciò accade, stando alle sue dichiarazioni, perché le autorità russe non hanno la volontà di perseguire la strada della democrazia. «È nostro dovere - ha aggiunto il presidente del Gariwo - ricordare oggi chi, in Russia e fuori dalla Russia, si batte per la democrazia». E Anna Politkovskaja è un simbolo della lotta per la democrazia.
[pierfrancesco loreto]
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