CINA

Boom dei giochi online: 1 miliardo di euro

L’anno scorso aveva destato stupore l’istituzione a Shanghai di speciali centri di disintossicazione per web dipendenti. Sono quasi 50 milioni, secondo affidabili statistiche locali, i cinesi appassionati di giochi Internet. Mondi fantastici, eroi della storia, ma anche giochi tradizionali, come il mahjong, passati alla versione cibernetica. Incollati allo schermo dalle 3 alle 6 ore al giorno, i giocatori alimentano un mercato che annota cifre da record.

Secondo il Ccid (Centro cinese per lo sviluppo dell’informazione), nel 2007 il giro d’affari sarebbe cresciuto del 74,6 per cento, superando gli 11 miliardi di yuan (più di un miliardo di euro). I principali 126 operatori hanno registrato profitti di oltre mezzo miliardo di euro, con una crescita del 62 per cento, mentre le prime nove società cinesi in classifica, tutte quotate in Borsa, hanno superato i dieci miliardi di euro di capitalizzazione. Il mercato esplosivo del gioco online è una lama a doppio taglio. Se da un lato muove l’economia, dall’altro trascina con sé elementi che sfuggono al controllo del potere. Così si spiega il complesso rapporto del governo con l’industria dei giochi online. Mentre gli oltre trecento siti web attivi attirano sponsor importanti, incontrano i primi stop delle autorità. Le misure restrittive, che vanno dall’invito a moderare il business ai vincoli imposti ai wangba (i cybercafè), sono mirate a frenare il mercato tumultuoso che il Gapp (l’organo di controllo della stampa) ha definito “oppio spirituale” durante il forum dell’industria del gioco online ospitato lo scorso gennaio a Suzhou. Ma il monito del governo può poco contro quello che è ormai un flusso inarrestabile. Gli analisti prevedono un 2008 più che brillante, con un business che sfiorerà complessivamente i 2 miliardi di euro e i 60 milioni di utenti. La passione dei cinesi per i giochi online trainerà la crescita – con cifre raddoppiate – dei mercati strettamente collegati dell’e-commerce e della pubblicità online, che l’anno scorso hanno rispettivamente sfiorato i 2 miliardi e il mezzo miliardo di euro, destinati a raddoppiare nel 2008. Soprattutto grazie a una novità che ha preso piede, il “free to play”, il gioco gratuito, scelto già dalla metà degli utenti e destinato ad aprire nuove prospettive. Le due principali case produttrici in Cina, Shanda e Giant Interactive, hanno dato libero accesso agli utenti, che si trovano così a spendere meno di dieci euro al mese. La nuova tendenza minaccia il primato di concorrenti americani come il diffusissimo World of Warcraft, che costa più di 50 euro al mese. Pochi giorni fa un giovane giocatore di Shenzhen, Dong Jun, ha invitato pubblicamente gli amici a scegliere il gratuito Chi Bi, della cinese Perfect World. Anche Netease, il secondo provider del Paese, ha annunciato novità a costo zero. La sfida cresce e i leader del web pensano già ai nuovi e accattivanti giochi del dopo Olimpiadi.

[marzia de giuli]

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