Pd, in arrivo le primarie per i circoli
«Il vento delle primarie non deve estinguersi o trasformarsi in aria condizionata. È venuto il momento di farlo soffiare sul territorio. Adesso dobbiamo radicarci sul territorio. E la soluzione è ancora la democrazia partecipata». Lo ha dichiarato ieri il coordinatore provinciale del Partito democratico, Giovanni Bianchi, annunciando il nuovo appuntamento con il voto a cui, domenica 27 gennaio, saranno chiamati i cittadini che lo scorso 14 ottobre diedero vita al nuovo soggetto politico di centro-sinistra. Questa volta per eleggere i direttivi di 185 circoli di Milano e provincia.
«È importante che un partito si tenga al passo con i tempi – ha spiegato Bianchi riferendosi al nuovo sito del pd milanese attivo sul web da lunedì –. Ma le primarie per l’elezione dei coordinamenti di zona, che verranno precedute dalle assemblee per la fondazione dei circoli, costituiranno un momento di snodo per trovare luoghi di dialogo e di incontro». Liste aperte a chiunque vorrà iscriversi e soprattutto parità di genere nella composizione dei direttivi. Ogni circolo non potrà superare il numero massimo di 12 elementi e in ogni caso il numero di uomini e donne dovrà essere lo stesso. In ossequio a questo principio, chi si recherà alle primarie per i comitati territoriali potrà esprimere un massimo di due preferenze e in quel caso sarà obbligato a indicare il nome di una donna e quello di un uomo. In caso l’esito del voto sia lo stesso per due o più candidati in corsa, prevarrà quello più giovane. Una novità che Bianchi sottolinea con soddisfazione, evidenziandola come una delle perle introdotte con la nascita del Pd. «Oltre a mantenere innovazioni introdotte dalle primarie d’ottobre, come il diritto di voto agli immigrati e ai sedicenni, questo nuovo appuntamento segna un altro passo nel processo di modernizzazione democratica avviato dal Pd, introducendo l’assoluta parità di genere nella composizione dei circoli, così come l’opzione della preferenza. La scelta di far vincere i più giovani in caso di parità, si inserisce nella politica di valorizzazione delle nuove generazioni sostenuta anche da Walter Veltroni». L’obiettivo da raggiungere il 27 gennaio è quello di abbandonare la politica che insediava anche nelle piccole sezioni locali uomini e donne degli apparati. «Il Pd deve essere un soggetto aperto – continua Bianchi –, la parola d’ordine è semplificare. Per evitare la frammentazione politica che si esprime in una miriade di partiti e nello spettacolo di una crisi di Governo che l’ultima volta ha visto salire al Colle 27 partiti». Saranno 110mila le lettere di invito al voto che verranno spedite agli elettori di Milano e provincia che parteciparono alle primarie del 14 ottobre. Non 137mila come fecero registrare i dati dell’affluenza stilati in quei giorni: «Questo perché non tutti decisero di lasciare il proprio recapito (era facoltativo) e perché, a dirla tutta, gli scrutatori non fecero fino in fondo il proprio lavoro», ammette il segretario provinciale. Ma non è importante il numero, il Pd milanese non vuole fare stime. «Ci sono zone in cui l’affezione dei cittadini alla politica è tradizionalmente forte: le aree provinciali, Sesto san Giovanni, Lambrate e Niguarda. Un risultato sarebbe sviluppare un maggior radicamento nell’area metropolitana». Bianchi non lo nasconde: la city è una zona di frontiera e la nuova borghesia imprenditoriale il bacino di voti necessari per espugnare palazzo Marino. Alle primarie dei circoli potranno votare anche i delusi o i cittadini che a ottobre diffidavano del progetto Pd. Ma per loro niente attestato di fondatrice/fondatore del partito, solo i cinque euro da versare per partecipare al voto: «Un’operazione all’insegna della trasparenza», gonfia il petto il coordinatore del Pd milanese. Autofinanziarsi serve anche a non contrarre debiti con nessuno: «Chi finanzia poi…», vuole sempre una contropartita?
[mario neri]
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