PALAZZO LITTA

Altri fiori e altre domande per capire la realtà

Per la prima volta gli spazi seicenteschi di Palazzo Litta si aprono all’arte contemporanea. Dal 30 gennaio al 16 marzo tra le pareti di broccato, le cineserie e gli specchi saranno in mostra le opere degli artisti svizzeri Peter Fischli e David Weiss. Altri fiori e altre domande - questo il titolo dell’esposizione che la Fondazione Nicola Trussardi ha portato a Milano in collaborazione con le gallerie Tate Modern di Londra e Kunsthaus Zurich di Zurigo - si compone di oltre 40 installazioni, video, sculture e fotografie. Per l’occasione, la loro prima retrospettiva in Italia, Fischli e Weiss presentano al pubblico pezzi storici e lavori inediti, che sfumano il confine tra la normalità e lo straordinario, tra il passato e il presente, fino a trasformare Palazzo Litta in una sorta di affascinante carillon dell’assurdo. I due artisti, che lavorano insieme dal 1979, si sono specializzati nella realizzazione di sculture in poliuretano, un materiale leggerissimo e delicato, scelto perché «sembra catturare tutta la fragilità del mondo».

Mondo che, di sala in sala, viene scomposto in un labirinto di immagini, segnando le tappe di un viaggio tra micro-universi possibili e panorami lillipuziani. Un lavoro incompleto, ad esempio, è un percorso costituito da centinaia di fotografie, sovrapposte, confuse e intrecciate per rivelare il lato oscuro della quotidianità. Passeggiando tra le installazioni esposte, si ha l’impressione che gli artisti stiano giocando con gli spettatori, mostrando loro oggetti apparentemente banali per indurli a riflessioni ben più profonde. «Con un atteggiamento quasi infantile, Fischli e Weiss portano le loro marachelle a una grandezza tale da trasformarle in classici postmoderni con tanto di pedigree da perfetti storici dell’arte», commenta il critico Arthur Coleman Danto. Nelle mani dei due svizzeri anche la materia più insignificante si trasforma in qualcosa di magico, come avviene nella serie Suddenly This Overview: qui Fischli e Weiss ripercorrono gli eventi cruciali della storia dell’umanità in una sequenza di oltre 90 piccole scene di creta. Nel video The Way Things Go, invece, gli oggetti si risvegliano e i materiali più diversi – scatole, bottiglie, pezzi di legno, candele, copertoni e teiere – si rincorrono in una serie esilarante di reazioni a catena, un effetto domino in cui caos e ordine si sfidano all’infinito. Il modo migliore per capire la filosofia del duo è quello di farsela spiegare dai protagonisti in persona: «Cerchiamo di guardare alle cose da diversi punti di vista contemporaneamente. Forse è più un modo per essere ironici: l’ironia è dire qualcosa intendendo qualcos’altro. L’ironia è essere poco chiari e parlare nello stesso momento su livelli differenti». Per riuscire a cogliere appieno tutto questo bisogna seguire il percorso onirico preparato da Fischli e Weiss, perdendosi tra Altri fiori e altre domande.

[lucia landoni]

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