Dalla pubblicità alla comunicazione commerciale
La pubblicità diventa comunicazione commerciale. La principale introduzione del nuovo codice di autodisciplina riguarda, infatti, la nozione di “comunicazione commerciale”, la quale prende il posto della tradizionale nozione di “pubblicità”. Ciò riflette la tendenza proveniente dagli stati membri all’ampliamento del campo di azione dei sistemi di autodisciplina pubblicitaria, con particolare riferimento al settore della comunicazione.
La presentazione del nuovo codice della comunicazione commerciale è avvenuta ieri mattina a Milano, presso l’Hotel dei cavalieri. Il codice recepisce la direttiva comunitaria 200/29/CE.
L’Iap, dunque, può adesso intervenire anche su comunicazioni commerciali come le promozioni, il direct marketing, le comunicazioni commerciali diffuse attraverso i “nuovi media”. Ruolo fondamentale sarà quello di assicurare il pieno rispetto del consumatore e dei concorrenti leali. Vengono ampliati anche i poteri del giudice privato che garantisce l’applicazione del codice.
«Quasi tutte le operazioni di marketing hanno un profilo di comunicazione, – sostiene il professor Giorgio Floridia, presidente dell’Iap –. Occorre regolare il marketing superando la vecchia concezione: la comunicazione commerciale, di fatto, è insita in tutte le operazioni di marketing».
Sul nuovo ruolo del Garante della Concorrenza e del Mercato, Floridia si esprime così: «Può attuare la direttiva sulle pratiche commerciali che ledono gli interessi dei consumatori e sulle pratiche di concorrenza sleale. Non siamo d’accordo, secondo noi è più opportuno trattare congiuntamente le due pratiche».
«Aggiornare le tecniche di decodifica del giudice è ormai fondamentale: da giudice del messaggio pubblicitario a giudice della comunicazione tout court», sono le parole di Vincenzo Guggino, Segretario Generale Iap.
L’Iap rappresenta tutte le componenti del mondo pubblicitario e regola il settore attraverso un codice di autodisciplina composto da 46 articoli. L’applicazione del codice è garantita da un giudice privato, la cui istituzione deriva da un accordo fra tutti gli operatori che esercitano la loro attività nel campo della pubblicità.
[rosario grasso]
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