«Sono corsa a firmare. Mi hanno rapinato sul treno Reggio Calabria-Milano. Sono stati gentili, mi hanno lasciato i documenti». Ecco la prima donna che ha aderito in piazza della Scala a Milano alla campagna promossa dalla Lista Moratti per la sicurezza e per la modifica del pacchetto Amato. La sua firma si aggiunge a quella di altre ottomila persone che hanno aderito all’iniziativa. Oltre seimila cittadini lo hanno fatto attraverso la redazione di Libero e più di mille presso il camper dell’iniziativa, in viaggio per Milano da dieci giorni. La raccolta firme, che proseguirà almeno fino al 6 dicembre, ha avuto un momento centrale davanti a palazzo Marino. In occasione della discussione al Senato del decreto legge del ministero dell’Interno, le autorità cittadine hanno voluto mandare un segnale di dissenso. «Il pacchetto sicurezza è insufficiente. Il Governo tenta solo di liquidare il problema». A parlare è Paolo Gradnik, capogruppo della Lista Moratti in consiglio comunale, che spiega il disagio dei primi cittadini del nord: «Il provvedimento non tocca le grandi questioni come la certezza della pena. Non si affrontano i due grandi tabù legati alla droga: il problema della dipendenza e quello del supporto delle strutture di recupero. Sulla prostituzione poi non si riflette sulla necessità di aggiornare una legge (la Merlin) ormai superata, che non difende la donna e mette in pericolo i residenti». Gradnik ha manifestato la sua solidarietà ai sindaci dei piccoli comuni del nordest, come Cittadella e Montegrotto, che hanno emanato ordinanze per combattere il disagio dei cittadini di fronte ai problemi legati all’immigrazione. La Lista Moratti ha voluto andare sul territorio per ascoltare la gente e dire ai suoi elettori: «Staremo con voi, terremo accesi i riflettori sulla sicurezza», ha spiegato Gradnik.
Più «burbera» l’iniziativa che sta preparando la Lega Nord, come l’ha definita Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio a palazzo Marino. Da giovedì un gazebo dei leghisti in piazza Cairoli chiederà l’adesione dei milanesi alla proposta di chiusura delle frontiere e di uno stop all’immigrazione per i prossimi cinque anni.
[mario neri e francesco perugini]
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