GIOVANI E DROGA

Presentati i risultati della ricerca "Total quality"

I giovani, questi sconosciuti. Ogni tanto si cerca di studiarli, monitorarli, etichettarli. Qualche volta con un giusto fine, qualche altra meno. Il tema più appetitoso è quello dei divertimenti giovanili, specie quando questi divertimenti stanno ai limiti dell’illegalità, se non oltre. E tra le cause principali degli “eccessi”, la droga è percepita come la più presente. Se a questa uniamo il problema della delinquenza giovanile, il quadro sarà ancora più interessante. Proprio della diffusione della droga in contesti di criminalità minorile si è parlato nella sede milanese della Fondazione Iard (Individuazione assistenza ragazzi dotati, società nata negli anni ’60 per aiutare ragazzi bisognosi e – sic – dotati).

Qui è stata presentata la ricerca “Total quality”, tesa a valutare come fosse cambiato negli anni l’uso di droghe tra i giovani – le modalità di assunzione, quali sostanze –, e come vadano analizzate e coordinate le tecniche che adottano gli operatori delle comunità di recupero. A questo proposito, «sono state utilizzate delle schede che venivano consegnate agli operatori – come ha sottolineato la dottoressa Giulia Andreoli –. Abbiamo così raccolto i dati dei giovani durante il loro percorso, fino alla riabilitazione, avvenuta nel 65% dei casi. Tutto questo ci ha permesso di farci un’idea sulla realtà e di coordinare il modo di intervenire su questi ragazzi». Peccato che, tra i giovani riabilititati, solo di pochi di loro si sia entrati in possesso dei dati successivi alla permanenza nelle comunità. E, a questo proposito, il dottor Renato Pocaterra, responsabile della ricerca, rilancia: «Auspichiamo un intervento statale più consistente: il ministero della Giustizia si dia da fare e ci sostenga». Insomma: i giovani, questi sconosciuti, anche dallo Stato.

[luca salvi]

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