URBANISTICA

Nuove prospettive per la Milano suburbana

Dopo i convegni di Roma e Venezia, la Sigea (Società italiana di geologia ambientale) arriva a Milano per analizzare il rapporto suolo-sottosuolo nel territorio. Giancarlo Guado, vicepresidente della società, ha spiegato come il sottosuolo debba essere considerato “un possibile strumento di sviluppo locale in grado di dare competitività alle diverse aree”, visti gli attuali processi di ridefinizione economica e sociale. Il quadro che emerge da un’indagine sui Comuni italiani, conferma una scarsa propensione da parte delle realtà amministrative locali a pianificare gli interventi nel sottosuolo a causa della mancanza di risorse finanziarie e strumentali e della mancanza di competenze tecniche per predisporre i piani dei servizi.

Al convegno si è parlato di come, nel dopoguerra, Milano abbia subìto uno sviluppo urbanistico caotico, trascurando quasi totalmente il sottosuolo stradale. L’espansione ha avuto effetti negativi, in particolare sulla circolazione idrica sotterranea. Il motivo: da una parte, sono state sottratte aree per l’infiltrazione della pioggia, dall’altra è cresciuta la richiesta di acqua da estrarre dal sottosuolo da parte di aziende e attività commerciali. «Il modello lombardo – ha spiegato Nino Bosco della Sigea – è molto articolato e ricco di peculiarità: grazie a studi specifici e a un’adeguata strumentazione tecnica si potrà assistere a uno sviluppo concreto e significativo». Il sottosuolo milanese, ad esempio, gode di grandi potenzialità geotermiche che possono essere sfruttate per il riscaldamento, il condizionamento estivo e la “catena del freddo”. Infine, attraverso il progetto “No-Dig”, già messo in atto da diversi paesi, sarà possibile effettuare la riabilitazione e sostituzione di tubazioni e cavi interrati evitando di ricorrere agli scavi a cielo aperto.

[gaia passerini]

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