Integrare i servizi, ecco la sfida per le nuove professioni della cultura. Questa la tesi della prima conferenza regionale lombarda degli archivi, delle biblioteche e dei musei, tenutasi a Milano presso il Museo nazionale della scienza e della tecnologia “Leonardo da Vinci”. «Biblioteche, archivi e musei sono i luoghi in cui è possibile crearsi un’identità nazionale – ha detto Massimo Zanello, assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia -, ma proiettare un’identità nel futuro significa innanzitutto salvaguardare il passato e il suo patrimonio». Il concetto di conservazione della cultura, tuttavia, dovrebbe essere sempre coniugato con quello di valorizzazione. «Non basta la mera archiviazione – continua Zanello –, è necessaria l’integrazione dei servizi per valorizzare ciò che archiviamo, agli occhi di tutti». Fa eco all’assessore il dirigente dell’unità organizzativa Diffusione dei saperi della regione Lombardia, Alberto Garlandini: «Dobbiamo favorire i sistemi e le reti, essere mediatori di conoscenze. Anche nell’era della rivoluzione digitale, anzi sfruttandola e creando, per esempio, archivi digitali integrati e aperti a tutti, che sostituiscano i tradizionali archivi settoriali».
Quale ruolo assumono dunque gli archivi, i musei e le biblioteche nell’attuale società della conoscenza? «Se la regione Lombardia saprà investire in risorse competitive e di sviluppo, questi saranno servizi tutt’altro che marginali», chiosa Sergio Conti, dirigente del settore cultura e attività sportive del comune di Monza. E alcuni dati sembrano dargli ragione, anche a livello europeo: il settore culturale contribuisce per il 2,6% al Pil dell’Europa e occupa 5,8 milioni di persone. Non solo: in Italia, le previsioni, entro il 2009, vedono un aumento occupazionale di 500mila lavoratori.
[francesca salsano]
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