Il soggetto di questo film diretto dagli stessi Ficarra e Picone insieme a Giambattista Avellino è stato scritto a più mani e in più città. Avellino chiama le riunioni tra gli autori come «tempeste di cervelli» e spiega che esse avvengono tra lui, i due comici "nati stanchi" e gli sceneggiatori Bruni e Testini, in varie città come Palermo, Roma, Milano, Cagliari e Catania. Così nascono le battute, gli schetch divertenti e l’irriverenza che prende in giro tutto e tutti, dalla mafia allo sgangherato commissariato di Polizia dove nessuno si ricorda che negli uffici pubblici è proibito fumare.
Tra gli attori anche il comico catanese Gino Astorina, che dopo la vittoria per 4-0 del Catania a Palermo ha scritto un messaggio ai due attori spiegando loro che lui “è e sarà sempre un amico pronto a farsi in quattro”, e l’attrice Anna Safroncik, ancora entusiasta della sua esperienza siciliana di ormai un anno fa. «Non avevo mai lavorato in Sicilia ma devo dire che la primavera trascorsa tra Catania e Palermo è stata indimenticabile. A Catania vivevo nella centralissima via Etnea e ogni giorno ricevevo una decina di inviti a pranzo da amici e colleghi. La calorosità della gente, il bel clima e l’ottimo cibo saranno i miei ricordi preferiti di questa esperienza».
I due comici ammiccano all’avvenente ragazza, ridono ricordando i 10 milioni incassati dal loro vecchio film Il 7 e l’8 e scherzano con i giornalisti. «La capitale d’Italia è Arcore» dice Ficarra, mentre Picone prende le distanze dal suo amico spiegando che «solo lui ha la responsabilità di quello che dice». Qualcuno avanza l’idea di un film sugli sbarchi a Lampedusa ma i due non si sbilanciano. «Bisogna fare ciò che si sente – dicono in coro i due attori – ed evitare di banalizzare tutto. Non volevamo parlare di mafia nei nostri film solo perché sono ambientati in Sicilia, questa volta l’abbiamo fatto perché nell’intreccio della storia ci sembrava calzare a pennello». Il duo comico sembra affiatato, anche troppo; ma, chiedono i giornalisti, non litigate mai? «Litighiamo durante il percorso – dice Ficarra – ma arriviamo sempre insieme al traguardo». Poi ci pensa e conclude: «Scusate, ho detto una cosa troppo intelligente: cancellatela!»
[roberto dupplicato]
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