Chi ne è vittima, però, non la pensa così. Mancava poco e l’onorevole Carlucci avrebbe distrutto la telecamera de Le Iene.
«É stato un episodio deprecabile, ma purtroppo se ne vedono di frequente nella politica italiana che si permette il lusso di non snobbare la stampa. Si risponde alle domande comode, a quelle formulate dal giornalista amico che sa cosa può e cosa non deve pretendere. Vi siete mai chiesti perché nessun giornalista del Tg1 abbia fatto un’inchiesta sullo stile de Le Iene? La satira, come ogni lusso, appartiene a poche intelligenze. L’informazione, invece, è un dovere, e tutti dovrebbero cercare di realizzarla nel miglior modo possibile».
É degli ultimi giorni la querelle tra Santoro e Rds. Il conduttore, di solito abituato alla satira, contesta quella che Joe Violanti ha fatto ai suoi danni. Da che parte sta la ragione?
«Santoro conosce la satira, sa come farla e ritengo sappia accettarla. Ha risposto per vie legali alla caricatura di Joe Violanti - radioimitatore che, contattando diversi politici, si spaccia per lui, ndr - per tutelare la sua trasmissione. Rds, pur potendo fare satira, non colpiva soltanto la persona. E ritengo che, attraverso i giornali, la questione sia stata strumentalizzata».
Forse perché Annozero continua ad essere una delle trasmissioni di approfondimento più chiacchierate?
«La scorsa settimana la trasmissione Chi l'ha visto? di Rai 3 è stata vittima di un attacco squadrista. È paradossale ed inquietante che la questione sia già tramontata tra l’indifferenza. E Berlusconi continua a parlare di conduttori “appecoronati” senza rendersi conto di quanto sia delicata la situazione in Italia da qualche settimana a questa parte. Le sue parole costituiscono quasi un placet per chi vuole fare violenza».
E allora perché un’emittente del premier continua a trasmettere Le Iene?
«Non dimentichiamoci che Berlusconi è sempre un imprenditore. Le Ienevanno in onda perché hanno un share alto, non per una politica di liberalismo che nell’informazione italiana è abbastanza ridotto.
Le pressioni politiche, poi, sono più forti in Rai. Ed è lì che nascono le polemiche più aspre».
Anche le sue vignette hanno sollevato polveroni. Nel 1994 fu querelato dalla senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati per una vignetta apparsa sul Venerdì di Repubblica. Poi fu assolto in terzo grado. Qual è l’aspetto più avvincente della satira?
«Spesso i lettori mi hanno fornito un’interpretazione a cui non avevo minimamente pensato. Questo dato fa capire quanto il nostro lavoro stimoli le coscienze in più direzioni. È questo il nostro scopo. E poi, se in questa fase in Italia si parla tanto di satira, vuol dire che il livello d’informazione ha raggiunto i minimi storici».
[fabio di todaro]
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