INQUINAMENTO

Diossine e Pm 10, gravidanza a rischio

Sapevamo già che l’inquinamento da materiale particolato (Pm) è responsabile di danni alla salute umana sia acuti che cronici. A molti, invece, erano sconosciute le differenti attività delle polveri sottili nell’alternarsi delle stagioni. A Milano, in inverno, la concentrazione dei Pm si allinea a quelle raggiunte in Padania e nelle Fiandre, quasi quotidianamente superiore ai 40 μg/cm3 (valore limite annuale per la protezione della salute umana). Le analisi cliniche, trasversali e longitudinali, hanno permesso di correlare gli studi “in vivo” con quelli “in vitro”. Dai ricoveri, risulta che i bambini sono influenzati in maniera significativa dalla stagionalità, dalla concentrazione e dal tipo di inquinante, con degenze a carico delle vie respiratorie superiori (31,5%) o di quelle inferiori (55,5%) più frequenti nel periodo invernale. La popolazione dei bambini è altamente suscettibile perché il sistema respiratorio non ha ancora completato il suo sviluppo definitivo. Tutte le componenti (composizione chimica, tossicità intrinseca, stagionalità, concentrazione particelle) sono ugualmente importanti.

«Perciò è importante ridurle tutte proporzionalmente - ha dichiarato Francesco Cetta, primario dell’unità operativa di chirurgia epatobiliopancreatica del policlinico di Siena -, perché la gente sappia che non ci siano fattori più o meno incidenti. Il materiale particolato racchiude 18.000 sostanze che inducono una risposta diversa in ogni organismo. Nell’ultimo periodo si tende a semplificare la questione, ma non vorrei che questa strategia possa distorcere la rilevanza del problema». Il rovescio positivo della medaglia riguarda la riduzione dei numeri di ricoveri di bambini per malattie respiratorie nel primo semestre del 2008 (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Il calo è legato alla diminuzione dei veleni dell’aria passati da livelli medi di 52,7 μg/m3 a 42, 4.

Le particelle di maggiori dimensioni predispongono l’ospite non solo mediante inalazione, ma anche mediante la via cutanea e digerente. Quelle dotate di maggiore cito e genotossicità, invece, sono le particelle fini (Pm 2,5) che riuscirebbero ad alterare e interrompere la membrana cellulare. In gravidanza, un’elevata concentrazione di Pm 10 provoca aumento della viscosità ematica e successiva riduzione di trasporto dei nutrienti alla placenta (dovuta alla formazione di carbossiemoglobina). Ma i rischi dell’inquinamento atmosferico durante la gestazione riguardano soprattutto le diossine, composti di origine umana (fabbricazione di pesticidi, acciaio, pitture) o derivati da fenomeni naturali (eruzioni vulcaniche, incendi boschivi) che, pertanto, non possono essere «proibiti». Le diossine, la cui cancerogenicità è stata dimostrata in seguito a dei test su animali di laboratorio, possono provocare endometriosi, alterazione del ciclo mestruale, aumento della percentuale di aborti e del rischio di parto pretermine.

Una notizia non nuova, questa, ma che conferma quanto l’inquinamento atmosferico sia nocivo alla nostra salute e a quella dei più piccoli in particolare. E, nella Giornata internazionale dell’Infanzia, non è proprio quello che avremmo voluto sentire a proposito di ambiente.


[fabio di todaro]

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