CITTÁ

Il futuro di Milano? È ancora in mano alla finanza

Punto di riferimento per il mondo della finanza, ma anche detentrice del triste primato di diffusione di polveri sottili: Milano vista attraverso la lente di Global city report 2008 appare così. Il primo rapporto internazionale sul futuro delle città nei nuovi risvolti economici, sociali e territoriali a cura di Scenari Immobiliari e Generali Immobiliare, traccia un profilo del capoluogo lombardo alla luce di considerazioni raccolte da specialisti e redattori.


L’economia globale non è omogenea: su questo assist Saskia Sassen, docente del dipartimento di sociologia alla Columbia University di New York, prende in esame gli agglomerati urbani, non di recente formazione. E li individua in base allo sviluppo di nuovi trend culturali e sociali. La ricercatrice dimostra, con uno studio comparato di 75 città, che le realtà urbane globali non esistono solo in virtù di un investimento finanziario o commerciale, ma che debbono sviluppare tutte le loro componenti insieme. In quest’ottica non può esistere una città globale perfetta: anche le capitali che vantano posizioni di rilievo, mantengono comunque categorie in cui non sono in grado di primeggiare. Milano raggiunge ottimi risultati in riferimento alle variabili della crescita economica, dei servizi bancari e dell’apparato fieristico. Non è possibile tracciare comunque un quadro uniforme della realtà lombarda, che colleziona punteggi bassi in riferimento a variabili macroeconomiche come il contesto politico e legale.

Nella categoria della dimensione finanziaria, Milano si classifica quindicesima e raggiunge ottime posizioni in ciascuna delle sottocategorie di riferimento; continuano a tenere testa assicurazioni, obbligazioni e rapporti commerciali. Se il nuovo ruolo economico di gran parte delle città prese in analisi comprende anche la riqualificazione dei quartieri, per mano di architetti e designer, è vero anche che è in ascesa la diffusione di polveri sottili. La scarsa efficienza del trasporto pubblico milanese è la causa dell’ampio utilizzo dell’automobile in città: nel capoluogo lombardo si contano 600 veicoli ogni mille abitanti che si traducono in una concentrazione del Pm10 su valori di 52 microgrammi per metro cubo. Le carenze in ambito cittadino investono anche il settore della cultura, dove l’offerta di teatri e cinema risulta scarsa. Il sistema universitario milanese, invece, con 190mila studenti, suddivisi nei dieci atenei cittadini, supera quello parigino. Assieme a Zurigo, Milano registra anche il tasso di disoccupazione più basso (3,8%).

Mario Deaglio, professore ordinario di economia internazionale all’Università di Torino esamina, analizzando le grandi migrazioni del passato, quella che definisce «la nuova rivoluzione urbana». Il superamento del numero degli abitanti delle aree rurali da parte dei cittadini è il punto di partenza per strutturare l’analisi e rivolgere l’attenzione ai rapporti tra società e globalizzazione. Le città registrano crescite maggiori nei paesi poveri, mentre le trasformazioni urbane si presentano con conseguenze differenti nel mondo ricco rispetto ai paesi in via di sviluppo. Nelle baraccopoli, inoltre, vive circa un settimo dell’umanità, ragione per cui «rappresentano la prima linea del fronte sul quale si gioca il nostro futuro», dichiara Deaglio. Ed è da qui che bisogna ripartire per limitare il divario tra città e città.


[roberto usai]

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