RIVOLUZIONE DIGITALE

Tv digitale, un occhio al presente e uno al futuro

Cambia, eccome se cambia il mondo della televisione con lo sviluppo delle tecnologie digitali. Se n’è parlato oggi al convegno Televisioni digitali: le nuove Sofa-Tv e… non solo. Nel corso dell’incontro è stata presentata la Ricerca 2007 dell’Osservatorio New Tv della School of Management del Politecnico di Milano. Un censimento di tutte le televisioni trasmesse con tecnologia digitale, per comprendere i trend dominanti di questo settore.

L’osservatorio ha classificato circa 1500 canali presenti sulle sei diverse piattaforme: satellite, digitale terrestre, Iptv (Alice, Fastweb), web tv e le due reti mobili, Dvb-h e Umts. Originale la classificazione dei canali: Sofa tv, quelli fruiti attraverso il normale televisore, Desktop tv, quelli visibili attraverso lo schermo di un computer, e Hand tv, le televisioni che stanno in una mano attraverso l’uso di un cellulare.
A presentare la ricerca è stato Andrea Rangone, responsabile scientifico dell’osservatorio, che ha illustrato le dimensioni economiche di questo fenomeno. Un giro di affari di 2,5 miliardi di euro, che per il 95% vanno nelle casse delle emittenti dei circa 450 canali satellitari, riconducibili in gran parte al colosso Sky. Agli altri restano le briciole, poche decine di milioni di euro per oltre 700 canali tra web e cellulare. Una massa indistinta che comprende proposte interessanti e iniziative improvvisate. Il digitale conserva, però, grandi potenzialità, legate all’offerta di canali tematici destinati alle nicchie di mercato più diverse. Per lo sviluppo del settore saranno fondamentali gli investimenti di broadcaster e editori tradizionali e la creatività dei pure player, i tanti “smanettoni” che, con le loro compagnie improvvisate, sono stati il motore vitale dello sviluppo di internet. Rangone scommette soprattutto sulla Hand tv, il settore che al momento presenta il miglior modello di business per le aziende: «Oggi tutto è a pagamento per gli utenti di telefonia mobile. La messa a punto dei contenuti e il miglioramento delle connessioni potrebbero favorire un allargamento del mercato potenziale. La scelta di un sistema gratuito basato sulla pubblicità, e dunque più simile alla tv analogica, potrebbe fare esplodere questo settore». Servirà del tempo, almeno cinque anni e, continua Rangone, «un forte impegno da parte delle aziende leader del settore. La H3G, ad esempio, potrebbe diventare quello che Sky è per il satellite».

[francesco perugini]

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