CASERTA

Bufala malata, pericolo anche a tavola

Potrebbe bastare un’insalata caprese con la bufala, uno dei prodotti simbolo dell’enogastronomia made in Italy, per contrarre la brucellosi. Lo conferma Giuseppe Bertoni, ordinario di zootecnica speciale all’Università Cattolica di Piacenza: «Non sempre la mozzarella di bufala subisce processi di pastorizzazione particolari, a temperature abbastanza alte da scongiurare ogni rischio». È una possibilità molto remota, ma la mozzarella di bufala prodotta con il latte proveniente dai 13 allevamenti sequestrati dai Nas di Napoli nel Casertano, potrebbe essere pericolosa per la salute dei consumatori, visto che la malattia è trasmissibile all’uomo.

La falsificazione delle analisi dei capi affetti da brucellosi, per le quali sono finiti in manette 18 persone fra allevatori e veterinari, permetteva alle aziende non in regola di ricevere la qualifica sanitaria di «allevamento ufficialmente indenne» e di immettere sul mercato latte potenzialmente infetto. Uno scenario inquietante, a dispetto delle rassicurazioni che ieri erano arrivate dal Consorzio della mozzarella di bufala campana e dalla Coldiretti, che avevano sottolineato come le alte temperature impiegate nella lavorazione del latte all’interno dei caseifici eliminino il virus della brucellosi, rendendo sicuro il prodotto finale. Secondo Bertoni, però, l’ipotesi che la brucellosi possa arrivare ad infettare i consumatori è realistica. «Sì, la brucellosi si trasmette anche all’uomo, e per di più per contatto. E’ più comunemente conosciuta come “febbre maltese”, una febbre ondulante che richiede tempi molto lunghi di guarigione e una terapia di antibiotici intensa. Solitamente colpisce allevatori e veterinari che si trovano a diretto contatto con gli animali, ma anche se si tratta di un’ipotesi molto remota, dati i controlli sanitari a cui sono sottoposti i vari passaggi della produzione nei caseifici, potrebbe arrivare nei piatti della gente. Questo perché la mozzarella di bufala tradizionale, quella che prevede l’utilizzo di latte crudo, non subisce sempre processi di pastorizzazione a temperature tali da scongiurare una zoosmosi, cioè patologie come la brucellosi e la tubercolosi». Si può stare tranquilli, invece, spiega Bertoni – che a Piacenza si occupa di qualità del latte, di fisiologia animale e fisiopatologia della nutrizione – di fronte a una pizza con mozzarella di bufala. La cottura nel forno infatti dissipa il rischio di contagio

[mario neri]